Con questi sensi… (sguardi autunnali)

18 Nov

Mi chiedo sempre quale ruolo giochino i nostri sensi nelle esperienze che viviamo. Il mio sguardo non sarà mai lo stesso del tuo: i miei occhi vedono colori d’autunno lentamente cancellati da basse nuvole che avvolgono la terra. Ed un nuovo ambiente ancora tutto da esplorare.

Ma tu vedi forse altre immagini, vivi altre emozioni positive e negative. L’autunno è un magnifico contenitore per ogni sentimento, dal classico melancolico della nebbia umida, all’irriverente allegria di un cielo liberato dal vento freddo. E così ognuno può vivere la propria storia, in modo sempre originale e unico.

In queste sere ho voglia di fare la conserva con i frutti delle ultime settimane: mi immergo in lunghe riflessioni senza avere un obiettivo. Ed ecco qua la mia composta di impressioni…

* Bolzano vista dalla ripida strada sul fianco del Talvera, una conca produttiva chiusa fra filari secolari e frutteti carichi d’oro
* Il primo Törggelen nel piccolo maso sopra Chiusa, un Johannserhof con stube, cucina e gestori d’altri tempi
* Lentamente il pavimento della nuova camera si asciuga, pronta ad accogliermi mentre fuori il cielo è cupo e minaccioso
* Il mattino sereno e glaciale sul Corno del Renon, quando una rollade fatta in casa e la vista mozzafiato non hanno prezzo
* La vecchia lavatrice che rotola nel container, segnando il cambiamento nella vita semplice di un piccolo appartamento
* Entrare in ufficio tanto presto e uscirne così tardi da non sentire il tempo durante ed apprezzare le energie spese
* I miei occhi sulla D200 mentre viene ritirata, quelle due lenti immobili e fredde che mi rivolgono un ultimo sguardo di addio
* Quel tratto di strada che collega lavori e vite, ricordi e imprese, passato e novità, ma che resta sempre sé stessa
* Cogliere le mele più preziose e buone dal ramo vivo della pianta, pagarle anzi riceverle in dono e condividerle con gli altri
* Gustare una colazione fuori orario in solitudine, dove un tempo fiumi di parole avevano animato la propria esistenza
* Trovare i negozi chiusi, scovare nuovi prodotti e cacciare senza tregua i migliori pani della regione
* Il lungo Talvera ed il lungo Isarco con la nuova MTB, imbottito nella nuova giacca, verso il nuovo lavoro
* Provare pessime castagne in piazza, sorseggiare scarsi drink in bar deserti, ritrovarsi a casa per quattro belle chiacchiere
* Il film sui folli sportivi, dove le immagini meravigliose non dovrebbero giustificare tutto, ed il docufilm dove nulla è scusato
* Provare a seguire la prof austriaca mentre cerca di aiutarti ad imparare una nuova lingua con la poesia di Goethe
* La piscina piena alle 7 meno un quarto del lunedì mattina e del venerdì mattina, come se qualcuno non lavorasse
* Le strette di mano dure, le strette di mano molli, le strette di mano viscide, le strette di mano distratte
* La città che sconfina nei vitigni, i vitigni che scollinano tra tornanti di strada e paesi, i paesi che celano café da passione
* Le canzoni di Matt Costa a creare la colonna sonora di giorni sempre diversi e stimolanti: the hypochondriac blues
* La pasta a sei mani, con una dozzina di ingredienti, i primi del mese per celebrare una nuova convivenza
* Gli occhi, di ogni colore e profondità, che ancora si vorrebbe evitare pur di non vederci riflesso il proprio animo
* Ciò che è giusto e ciò che era inevitabile; e tutta la fatica, ma anche la bellezza, che ci mettiamo nel capirlo ed accettarlo
* Le connessioni che saltano regalandoci una pausa pranzo senza paragoni, tanto improvvisata quanto gustosa
* La voce bassa, imprevedibile e grintosa che intona le canzoni dei Wilco da un piccolo palco in legno nel cuore di Milano
* La ciambellona ed il caffé americano sul muretto del metrò, prima di salutarsi dopo un grande weekend di festa
* Passare ore a sistemare la propria dimora, prima di coricarsi e non riuscire a dormire per i tanti pensieri in testa
* L’ape di mattina, l’ape di pomeriggio, l’ape di sera: tanti amici da rivedere, sperando di avere tempo e cuore per ognuno
* I mille progetti e la voglia di fare che muovono la ruota del mulino – con la certezza che già ora è una bella avventura
* Il libro che finisce e lascia la voglia di continuare a sapere, vale tutti i libri letti controvoglia che si dimenticano subito
* Accorgersi che la canzone lentamente si spegne, riprenderla fischiettando, e tenere il fiato sull’ultima nota…

E’ un segno. Il barattolo è pieno e speriamo che duri almeno qualche tempo: l’inverno è lungo e ancora deve iniziare. Sicuramente avrò energia nella riserva per tenermi in carica. Pronto a riprendere la strada, secondo il mio costume, come recita il nome del blog.

Una Risposta to “Con questi sensi… (sguardi autunnali)”

  1. Mr.Loto 18 novembre 2009 a 19:05 #

    Probabilmente le sfumature che ognuno percepisce coi propri sensi sono diverse le une dalle altre, ma alla fine è autunno per tutti.:-)

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