Hey, dico… la primavera si finge estate, la natura riprende colori e profumi, le vie di montagna e di valle sono finalmente accessibili… non si può restare chiusi in casa!
Ma cosa fare? In queste settimane mi trovo senza auto e non ho molto tempo per organizzare, quindi ho pensato che la bici potesse essere la via di fuga perfetta per girare nei paraggi. Molto vero… sulla strada, imprevisti, ho incrociato: meli e vigne, laghi e laghetti, boschi fitti come labirinti, paesi lustrati a nuovo, simpatici ciclisti da ciclabile, una sorpresa di museo dedicato alla montagna.
Questi luoghi sono davvero la terra dell’abbondanza. E non dovremmo mica scordarcelo, perché nulla è dovuto, a ben guardare! Anche per questo, restare a casa sarebbe come minimo un peccato: con poco sforzo si può godere a fondo della natura e della civiltà, che qua sembrano andare a nozze meravigliosamente! Penso a quante volte per pigrizia o noia sono rimasto fermo a casa – giusto per passare il tempo tra un vizio e l’altro (ché, il lavoro non può essere forse un vizio? ;-). Invece ho preso un bel po’ d’aria fresca, mi sono lasciato stupire dal MMM ed ora a casa mi gusterò un bella cena!
(per i curiosi -> brodino vegetale aromatizzato, pesce azzurro con cipollotti freschi e té oolong, asparagi margarete in salsa bianca, gelato avalon + sauvignon blanc :-D
MA oggi sperimento di nuovo col blog, che queste escursioni mi piacerebbe condividerle – magari a qualcuno viene voglia di rifarle – oppure semplicemente esce di casa (outdoor?) per un po’!
* Bolzano-Caldaro in MTB, tra laghetti e opere di montagna
Inforcare la propria mtb, ovvero la bici da montagna (la mia è una Beone hardtail, però magari delle questioni tecniche ne parlo in un altro post), e prendere la ciclabile che da Bolzano punta verso sud seguendo il fiume Isarco. Seguire le indicazioni per Appiano/Caldaro, appena fuori dalla città. Si piega prima verso nord, poi si punta decisi con facile salita verso sud-ovest, seguendo le indicazioni per Caldaro senza difficoltà. La ciclabile è comoda, ma arrivati a Caldaro conviene abbandonarla e prendere le stradine che scendono tranquille verso il lago di Caldaro. Un giretto ed una pausa non sono sgraditi, sui prati al lago! Inizia però ora la parte di vera mtb (evitabile tenendosi su strade asfaltate per tornare verso nord, direzione Bolzano). Inforcare il sentiero sul fianco della montagna che porta ai laghetti di Monticolo, percorrere con un po’ di avventura la Frühlingstal, “valle primavera” (sembra uno scherzo, ma…), e raggiungere il percorso che gira attorno ai laghetti. Qua si può sostare di nuovo, scovando i non rari posticini rilassati per una bevuta – e anche un pisolino magari! Riprendendo le due ruote, si prosegue ancora verso nord seguendo le indicazioni per il Sigmundskron che, inevitabilmente, portano a sentieri poco ciclistici: scendere dalla bici se serve e rimontare subito dopo per godersi la bella discesa. Qualcuno ha deciso di fare paese da queste parti ed il risultato è quella piccola perla di Colterenzio. I sentieri continuano poi nei boschi, facili da seguire ma incasinati da un bike-park con salti, tornanti e ponti sospesi… io li ho evitati, giusto per non rimetterci il collo ;-) Si arriva quindi al Castello di Firmiano, si smonta dalla bici e si spendono (bene) 8 euro per la visita al museo di Messner. Dedicato alle dolomiti, affascina anche per il notevole recupero delle rovine, oltre che per il continuo gioco fra dentro e fuori, fra opere che raccontano i mille volti della montagna e sguardi persi a distanza sulla valle e sulle cime altoatesine. Come non prendere allora una radler (birra+limonata, inventata proprio per i ciclisti :-) prima di scendere poco sotto la rocca e tornare in città, imbucandosi sulla comoda ciclabile.
[6 ore con la visita, circa km 40, dislivello 400 m] – Altre foto sono qui
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